Alla fidanzata

Due anni dopo la morte furono pubblicate le undici lettere che Vinicio scrisse alla fidanzata.
Queste lettere sono l’occasione per farsi conoscere dalla fidanzata per quello che è e per quello che vuol essere. L’amore è sentito come un’esperienza che porta alla condivisione di ideali, di momenti di vita quotidiana, di esperienze forti. Per Vinicio è importante far capire alla fidanzata ciò che desidera veramente dalla vita e non presentare di se stesso una falsa o artefatta identità.
Vi si possono riconoscere il suo impegno di fede, di servizio agli altri, la sua devozione alla Madonna e le sue riflessioni sulla politica del momento, la sua passione per la montagna e il desiderio di formare una vera famiglia cristiana.
Eccone un esempio nella quarta lettera alla fidanzata:

Padova, festa dell’Ascensione, 27.05.1954
Maria,
La gioia che in questo giorno di festa la liturgia della Chiesa ha trasfuso nelle nostre anime, si accresce nel momento in cui mi accingo a tracciarti queste righe. Mi avevi raccomandato di non perder tempo per scrivere: sono riuscito ad ascoltarti, e a trattenere il mio desiderio fino a stasera.
Sono tornato or ora dalla Cappellina della Casa di Cura, ove ho recitato il S. Rosario per te e per i tuoi esami. Ho voluto anche ringraziarti davanti al Signore per domenica scorsa.
Davvero sei stata tanto buona. La tua semplicità e la tua modestia hanno profondamente colpito i miei genitori, Livia e Gianni. Specialmente il papà, nei giorni precedenti alla tua visita, era un po’ preoccupato. Sa di essere tanto diverso dalle “persone studiate” e soffriva di questa sua situazione. Tu, invece, hai saputo mostrare tanta stima e comprensione da riempirlo di gioia.
Grazie, dunque, anche per papà e mamma che già ti sentono come loro figliola e ti vogliono tanto bene.
C’è mamma che si rimira ogni giorno le rose che le hai regalato. E quando entro in casa non manca di farmi notare il progressivo aprirsi dei bocci, concludendo invariabilmente “ma come sono belle queste rose di Maria!”. Io la guardo, ed è come avessimo fatto un lungo discorso.
Cara Maria, abbiamo così messo i primi passi del nostro cammino in due, e tanta gioia abbiamo incontrato in noi e attorno a noi. E’ tanto buono il Signore! Occorre essergli riconoscenti mettendo sempre più é sempre meglio la nostra vita al suo servizio.
Ho incontrato questa sera un giovane e mi parlava di sè con accenti di disperazione, tutto era triste, tutto era buio per lui. Mi faceva pena. Vi è stato un momento in cui avrei voluto condividere il suo tormento. E guardando nel mio cuore ho sentito tutta la mia indegnità di fronte al dono che Dio mi ha fatto: la gioia della fede, la gioia della speranza, la gioia dell’amore (perché questo ho trovato in me). Davvero, Maria, dobbiamo diventare più buoni: e senza perdere tempo. Ci aiuteremo a vicenda, ma bisogna fare in fretta. C’è tanta gente che attende. La gioia che ci riempie il cuore, non possiamo trattenerla solo per noi: dobbiamo renderla diffusiva e comunicarla agli altri, specialmente ai lontani, cioè ai più infelici.
Del resto Gesù è asceso al Cielo, alla destra del Padre, non per abbandonarci ma per ridiscendere nella luce di Pentecoste a distribuire i suoi doni. Così noi: solo ascendendo potremo discendere in mezzo ai fratelli con il dono della gioia. Il nostro cammino dev’essere, dunque, una ascensione. Non riusciremo come rocciatori esperti, a vincere il “sesto grado”; ma la via ordinaria dobbiamo saperla percorrere. E con l’aiuto di Dio e della Madonna, questo faremo.
Ti anticipo ora, telegraficamente, alcune notizie: la D.C. ha vinto, i socialcomunisti hanno regredito ( anche al Portello... ). Oggi ho guidato la “topolino”: ancora un po’, e poi, non dico le “Mille Miglia” ma le “cento miglia” potrei anche andarle a correre. In Istituto sono il solo degli “anziani”, per cui “mancando il gatto, i topi ballano”, ed io... non sono riuscito a non arrabbiarmi: poi me ne sono pentito, anche perché ho mancato alla parola che ti avevo dato. Il resto te lo dirò domenica. Molti auguri per lo studio.
In attesa di vederci ricevi, cara Maria, i più cari ed affettuosi saluti
tuo Vinicio